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Il primo bacio (e tutti quelli dopo)

Io il mio primo bacio non me lo ricordo. Non lo so perché ma non me lo ricordo. Per quanto mi sforzi, cerchi di mettere insieme eventi, situazioni, niente. Non me lo ricordo.Non mi ricordo se ho baciato il mio primo fidanzato, quello storico con cui ho condiviso poi un lungo pezzo di vita, o se prima c’era stato quell’amore da spiaggia, da lettere dopo le vacanze e da parole ormai in disuso, quell’amore che non è sopravvissuto nemmeno a dicembre. Sono passati più di trent’anni e io non mi ricordo questo maledetto primo bacio. A chi l’ho dato, quando, come, dove. Niente. Forse perché è sepolto negli anni o sotto le emozioni di tutte quelle prime volte vissute con una consapevolezza diversa, con il cuore sgombro e la testa da adulta, quelle prime volte che mi sono rimasta impresse, stampate addosso. Roba che Freud secondo me potrebbe uscire pazzo ma il primo bacio no, non me lo ricordo.

Però me ne ricordo altri. E sono sempre baci che hanno segnato punti di svolta nella mia vita. Una storia nuova e importante, la libertà ritrovata, la convinzione (sbagliata, manco a dirlo) che fosse un nuovo amore, la femminilità che imparo a mostrare.

C’è stato quel “io vorrei darti un bacio…”, quasi timido di fronte alla mia resistenza (e avrei dovuto continuare a resistere). C’è stato un bacio sulla pancia, in quella camera d’albergo, una follia vissuta in due, l’attrazione che si mischiava alla dolcezza mentre ti lasciavo baciare il ventre che è sempre stato il mio tallone d’Achille. C’è stato quel bacio al ristorante, due adolescenti di quarant’anni che non riuscivano a staccare le labbra e gli occhi e le mani. C’è stato il bacio che ogni donna vorrebbe, che sia amore o no poco importa: quando mi imprigioni spalle al muro e io non posso resisterti, quando sono senza scampo davanti alla tua bocca, quando tu sei maschio e io femmina.

E poi ci sono stati i baci fra le lacrime e quelli che non sono arrivati, quelli che mi hanno fatto male e quelli che mi hanno fatto sentire sporca, quelli distratti e fugaci e quelli teneri sulla fronte.  Mi passano davanti agli occhi, in sequenza. Ma continuo a non ricordarmi il primo, niente. E allora voglio pensare che non me lo ricordo perché ancora il mio primo vero bacio deve arrivare.

 

La foto è “Le Baiser de l’Hôtel de Ville” di Robert Doisneau (Parigi, 1950). Ed è la mia foto preferita.


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