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collage red

#questionedisetting

Una giacca gialla e un vestito rosso (ma va bene un fiore, un grembiule da cucina, una cuffia). Una dozzina di donne che ci hanno messo il cuore e quella sana dose di pazzia che le contraddistingue. E un pizzico di solidarietà che non è affatto un legame fra donne (a cui non credo), ma la solidarietà che nasce dalle affinità: dalla capacità di superare gli ostacoli, di piangere e rialzarsi, di ridere (soprattutto di se stesse), di mettere in piedi un casino solo per gioco e farlo con l’impegno con cui si affrontano solo cose serie come la vita.

Noi lo abbiamo fatto: per giorni abbiamo cercato qualcosa di rosso, ci siamo fotografate, abbiamo cambiato, rifatto le foto, scelto la luce. Alcune foto sono bellissime, altre meno (come la mia ad esempio, sono negata) ma è bello lo spirito con cui per giorni abbiamo condiviso questa cosa. Perché lo abbiamo fatto? Per dimostrare appunto che le donne non sono tutte uguali. Ci sono quelle che arricciano il naso davanti a un post ironico in cui si sbeffeggia l’universo maschile che  sbava davanti a due belle donne in giacca gialla, perché è “questione di setting”. Ci sono quelle che vogliono darti lezione di moralità, tirando fuori un vocabolario da fine Ottocento. Ci sono quelle che rosicano e ti ignorano perché è l’unica arma che possiedono. E poi ci sono quelle che sanno ridere, che sanno giocare con la loro femminilità senza prendersi troppo sul serio, che sanno fare squadra senza essersi mai incontrate. Si chiamano affinità.

Il risultato di questo gioco è stata una pioggia di post, condivisioni, commenti e like. Roba che la batteria del telefono durava 11 minuti. Roba che non conta niente rispetto alle chiacchiere che ci hanno tenuto compagnia in questi giorni, alla capacità di raccontarci in punta di piedi anche se alcune di noi non si conoscono nemmeno, al senso dello humor che abbiamo condiviso e ai sorrisi che ci siamo strappate a vicenda.

Ora siamo pure finite in un articolo pubblicato dall’agenzia giornalistica Agi. Racconta di noi. E di quanto è bello essere donne anche se a volte è una gran rottura di palle, ammettiamolo.


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