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Quel sadico del navigatore

Se avete voglia di emozioni forti e di un po’ di sadismo, provate a usare un navigatore (o le app sul telefono, è uguale) mentre siete alla guida. Altro che 50 sfumature di grigio, di nero e di rosso: vedrete un milione di sfumature di tutti i colori. E una sequela di parolacce.

Perché io di questi aggeggi ci sono cose che non capirò mai. Tipo se sono in tangenziale perché la tipa continua a dirmi “spostati leggermente a sinistra, poi a destra”: per guidare da ubriaca ero brava pure da sola dopo tre cocktail Martini!

Altra cosa che mi fa impazzire: lo attivi e la prima cosa che ti dice la vocina è “prosegui in direzione nord”. Ora mia cara, se sapessi esattamente dov’è il nord avrei bisogno di te? Ti sembro la pronipote di Cristoforo Colombo forse?

Le rotatorie sono un’altra chicca di sadismo. “Alla rotatoria prendi la quarta uscita” e tu stai là a contarle, con le macchine dietro che a momenti ti tamponano mentre tu usi il pallottoliere.

Al bivio, sempre questa tizia che non riesce a pronunciare un nome esatto, mi dice “imbocca il bivio”. Grazie, di cuore. È un bivio, vuoi dirmi in che direzione? Verso Palermo o verso Siracusa?

E poi scusate ma perché se per andare dove devo andare i cartelli indicano di andare a destra questa continua a dirmi “svolta a sinistra, svolta a sinistra!” e pare che s’incazza pure???

Grazie alla tecnologia, mi sono persa innumerevoli volte nella zona industriale di Catania per arrivare da Ikea: l’ultima volta è stata due giorni fa, sono passata alle spalle del paradiso made in Sweden almeno tre volte senza riuscire ad arrivare a destinazione tanto che a un certo punto ho pensato di lasciare la macchina in tangenziale e scavalcare il guard rail. Continuando così qualche volta mi ritroveranno in  Libia. Sulla mia tomba scriveranno: cercava di raggiungere Messina!!!


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