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Il cliente (non) ha sempre ragione

di Francesco Massaro

Io sono la persona meno adatta ad avere un bar. Però ce l’ho. Avere un bar significa molte cose, la più importante di tutte credo abbia a che fare con la pazienza. La pazienza verso i clienti. Io non ce l’ho. O meglio ce l’ho a giorni alterni, quando mi gira.

Il fatto è che i clienti sono una razza difficile, li devi assecondare, coccolare, accarezzare dove hanno la “bua”, scusarti, farti in quattro per risolvere un problema. È un lavoro da puri di spirito, da buon samaritano, da maestro Zen. E io, grazie al cielo, non rientro in nessuna delle tre categorie.

Sapete qual è la storia? Che io, quando mi spoglio dei panni di commerciante e indosso quelli del cliente, sono il cliente migliore che si possa immaginare. Non scherzo. Non mi lamento, annuisco, giustifico la pasta un po’ scotta (penso che in cucina hanno un superlavoro), non impreco se sui dieci piatti segnati nel menù ne mancano cinque (avranno le loro ragioni), riesco anche a dare un senso a un eventuale attacco isterico del cameriere (avrà scoperto che la moglie lo tradisce o magari gli è arrivato un bollettino dell’agenzia delle entrate).

Io sorrido di fronte alle grandi e piccole manchevolezze di un locale. Magari poi non ci torno più, ma intanto sorrido. Non m’impunto, non minaccio di chiamare i carabinieri, faccio sempre prima lo scontrino, lascio la mancia, mi dico mentalmente che il vino è freddo anche se non lo è (poverini, avranno il frigorifero guasto), dico al cameriere sono stato benissimo anche se sono stato da cani. Sono fatto così. Odio mettere le persone a disagio, a meno che non siano dei farabutti in malafede.

Io sono il cliente migliore del mondo e vorrei che lo fossero anche i miei. Vorrei che fossero comprensivi, almeno questo. Ma spesso non lo sono. E alcuni sono anche maleducati, indisponenti, capricciosi, pretenziosi. Non li giustifico. Dovrei per il mio ruolo ma non lo faccio. Non ne ho più voglia. Se ti ho causato un disservizio (l’arancina troppo calda, la crema nel cornetto poco gustosa, il cappuccino così così) posso scusarmi. Anzi lo faccio, e lo faccio spesso. Ma chiudila lì, non insistere, non mi provocare, non mettere in dubbio la professionalità mia e dei miei ragazzi. Mi scusi per il problema, cercheremo di migliorare, non succederà più. E spero che tu lo capisca. Voglio che tu lo capisca e vada via col sorriso sulle labbra. E se non lo fai cambia bar. Questo non è il tuo bar, e tu non sei il cliente che io voglio avere. Punto.


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