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Cara T., è proprio necessario?

di Francesco Massaro

Cara T.

Ho assistito in silenzio alla fine del tuo matrimonio. Dopo vent’anni, hai detto a lui, eri cambiata. Avevi bisogno di voltare pagina, di riscoprire te stessa. Avevi bisogno di andare via. Non è facile per lui abituarsi ad una vita senza di te. Dirai che è la storia di tutte le storie che finiscono. Hai ragione. Sono certo che lui ne verrà fuori. È ancora confuso, frastornato, è passato poco tempo. Siamo stati qualche volta a cena, ci vediamo spesso, gli fa bene sfogarsi, spero di essergli utile in qualche modo, chissà.

Immagino tu stia bene. Lo immagino perché ho visto le foto che pubblichi su Facebook. Hai cambiato città, hai cambiato vita, se è davvero ciò che volevi hai fatto bene, certe scelte non si discutono. Però, cara T., quelle foto. Quelle foto tenere accanto al tuo nuovo uomo, tre mesi dopo avere lasciato casa tua, tre mesi dopo avere raccolto le tue cose, tre mesi dopo avergli detto io me ne vado.

Sei sicura che sia opportuno? Non credi che vent’anni di vita comune meritino silenzio, discrezione, una cura e un’attenzione maggiori? Non pensi sia giusto lasciare che le ferite, le tue e le sue, cicatrizzino fuori da questo ormai irrinunciabile palcoscenico in cui amiamo specchiarci come stupidi pavoni, fuori da questa illusoria vita social di cui a volte, ahimè, anch’io sono vittima?

Perché?, mi chiedo. Perché questa inutile esibizione della tua ritrovata felicità. Perché questa imperdonabile mancanza di tatto, di rispetto, di empatia. Te lo ripeto: è necessario? Lo è? Davvero non hai trovato un amico, un fratello, una madre, una sorella, che ti abbiano consigliato di risparmiarci, di risparmiargli, le stucchevoli immagini della tua agognata indipendenza? Perché se è vero, cara T., che è la discrezionalità a regolare le nostre piccole vite, è vero anche che ci sono cose che non vanno fatte. Non vanno fatte e basta. Mai. Per nessun motivo. Riflettici almeno. Mi basta solo questo. Io avevo il dovere di dirtelo, per il bene che voglio all’uomo con cui hai condiviso un pezzo importante della tua vita. Con affetto quasi immutato, Francesco

 


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