logo
padre figlia

Anche i cinici diventano padri

di Marco Romano

Un post su Facebook. In cui metabolizzo che sono passato dallo spogliare (ogni tanto) qualche ragazza al rivestire (ogni giorno) bambole. E, in rapporto alle modeste performance del mio profilo social, realizzo un exploit di like. Ora sto qui a chiedermi perché.

Prima considerazione: quasi tutte femmine quelle che hanno apprezzato. Faccio tenerezza? Il travaso in paternità del cinismo posttardoveteroadolescenziale che mi contraddistingue(va) suscita un cotanto bottino di apprezzamenti? O piuttosto di camuffati-malcelati “te l’avevo detto/tiè beccati questa/tocca a tutti prima o poi/è finita la pacchia”? O ancora trattasi di derive maternaliste redentive autoconsolatorie? Non ho risposta.

Seconda e ultima considerazione (che già i neuroni fanno stretching all’ombra sotto il patio, il mare laggiù in fondo, le ferie a gocciolar via piano piano): trattasi di evoluzione o involuzione? Insomma, dove sto andando? I chiodi ai muri sono pronti ad ospitare armamentari assortiti? Rien ne va plus? Senza neanche aver mai imparato come cacchio funzionano quei diabolici ferretti dei reggiseni?

Boh ora ci rifletto. Intanto mia figlia mi reclama. Devo rivestire anche oggi la sua piccola maltrattata e anche un po’ bruttarella Olivia di plasticazza. Lei è già passata oltre. Io rimembro e sospiro. Un attimo. Poi devo raccogliere le costruzioni e i mozziconi di play-doh (ma non si chiamava pongo?!) sparsi per casa. J’adore.

Ma lo sto solo sussurrando. Voi però non esagerate con i vostri like (e anche tu, Giuffrè, se citofonano per me io non ci sono). Potrei restarci un po’ male…


Lascia un commento